Altro giro in giostra, altri regali! Un paio di costanti e molti movimenti tra griglia e pista.
Una gara emozionante, che ci ha regalato due (quasi) rookie che hanno seminato il panico tra i grandi.
È vero, siamo alla quarta gara in campionato e può sembrare presto per affermare certe cose perchè si sa, le ruote girano e quelle della MotoGP sono anche parecchio veloci. Ma Marquez e la Honda (al netto di incidenti di percorso) sembrano essere la coppia più equilibrata e collaudata del Circus.
Lo spagnolo ha detto che questa gara l’avrebbe corsa solo contro se stesso ed in parte così è stato, giacchè dopo un po’ di scompiglio creato dai piloti Yamaha Petronas che sembravano non volergli dare tregua, ha impostato il suo ritmo e se n’è andato in relativa tranquillità.
Franco e Fabio hanno iniziato ad alzare la testa dal sabato infilando una doppietta in testa alla griglia di partenza e già dai giri costanti che hanno fatto dalle prove del venerdì si è capito che non si sarebbe trattato di un giro di roulette fortunato.
I ragazzi hanno battuto ottimi tempi ed in gara non si sono tirati indietro dalla rincorsa all’attuale leader del Mondiale. Per diversi giri gli sono stati attaccati e dal momento che Quartararo è riuscito a superare il compagno di squadra, l’impressione è stata che quel ragazzino lì si fosse messo in testa un pensiero stupendo: andarsi a prendere il primo gradino del podio.
Come sarebbe andata a finire non lo sapremo mai dato che a un certo punto la staffa del cambio ha tradito il giovane nizzardo costringendolo ad una (molto) onorevole resa. Non lo sapremo perchè certo, ritmo ne aveva, ma avrebbe retto fino alla fine o avrebbe sofferto l’usura dello pneumatico come il nostro Morbido? Il round che Fabio giocherà in casa ci darà una risposta.
I giovani ridono ma i “vecchi” non piangono (o almeno non tutti).
Il Dottore limita, per quel che può i danni. Sembra stranissimo, ma in casa Yamaha quando uno dei due piloti riesce a fare la prestazione, l’altro è costretto a tamponare. Strade diverse? A quanto pare no, perchè nelle interviste entrambi i piloti in blu hanno rilevato le stesse criticità, ed i tempi in pista sono stati molto simili. Come ha dichiarato Rossi, la difficoltà nella MotoGP di oggi è il dover essere ipercompetitivi fin dal venerdì, che vuol dire avere da subito una moto ben bilanciata alla quale fare piccoli ritocchi. Questa volta quindi il lancio di dadi è andato meglio a Maverik che ha pescato uno splendido podio ma che, soprattutto, è riuscito a partire con più ritmo del solito.
Valentino si è dovuto accontentare della sesta piazza dietro i due Ducatisti ufficiali: Dovi che parlava di bicchiere mezzo pieno ma la cui faccia sembrava pensare più alla metà vuota, e Petrucci che si è comportato da ottimo scudiero rimanendo forse a volte un po’ in ombra senza tirare la zampata quando avrebbe potuto.
Ora, forse è giusto spendere qualche parola a riguardo perchè sembra che alcune voci che imputano ora al Petrux l’essere forse troppo remissivo, ieri accusavano Iannone di essere troppo aggressivo. Va bene, in media stat virtus, ma non saremo noi ad essere troppo esigenti?
I mezzo a tutti questi colori così forti spunta l’azzurro tenue della Suzuki di Rins – L’unicorno – come lo ha battezzato Guido Meda. Anche nel suo caso forse è troppo presto per dire qualcosa di definitivo, ma è reale, tangibile e solido il fatto che in queste quattro gare sia sempre stato lì ad insidiare Marc. È lui la criptonite del Superman spagnolo? Chi può esserne certo? Ma di fatto, anche in classifica generale, Alex è lì, ad un punto dal supercampione. E non sembra volersi schiodare.
Un abbraccio in più poi lo vogliamo dare a papà Simoncelli, che nel circuito dove Marco ha vinto la sua prima gara, ora vede la prima vittoria (e la prima doppietta) del suo team. Gli auguriamo che sia la prima di una lunga serie.
#TheSpeedOfLight.
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