Speravamo che dopo la tempesta perfetta di Bacellona e i temporali di Assen tornasse il sereno nel cielo dei piloti italiani. Purtroppo anche il Sachsenring non vede tornare il sereno e relega i nostri portacolori a posizioni poco prestigiose parecchio dietro gli assi del weekend Marquez e Vinales (e se non si fosse sdraiato Rins).
Spagna-Italia quasi 3 a zero quindi. Un risultato fin troppo gentile se consideriamo che il distacco dalla testa della gara, per Petrucci, primo degli italiani, è stato di 16 secondi. Questo ci fa ragionare sulla questione che sollevavamo nel nostro precedete articolo il tema #FreePetrucci.
Bene, il pilota ternano (forse anche grazie al rinnovo del contratto) ha liberato parte delle sue energie, ingaggiando una battaglia nel finale di gara con il compagno di squadra Dovizioso e mettendolo dietro al traguardo. Il problema è che ciò non basta. Il problema rimangono i 16 secondi.
Marquez sembra correre in un’altra categoria, tanto che in Germania (la sua pista preferita dove ieri ha festeggiato le 10 vittorie) si è potuto permettere di tagliare il traguardo a braccia conserte, ma sul terzo gradino del podio ci è salito un altro pilota Honda – Crutchlow e sul secondo la Yamaha di Vinales. Certo, questa non è certamente il circuito preferito dalle Ducati, ma il distacco rimediato dai primi è imbarazzante e il fatto che il pilota di punta del Team, Dovizioso, non sia riuscito a dare quello spunto in più che lo potesse portare -se non a giocarsela- almeno a ridurre il ritardo dai primi è indicativo del fatto che c’è qualcosa da rivedere nel pacchetto.
Il Dovi, attento e analitico come sempre, individua il problema nel fatto che la moto “non giri”, una lacuna storica della moto di Borgo Panigale, già riscontrata da Stoner e Rossi. Ma se è chiaro che fino all’anno scorso, nelle sue caratteristiche di punta, la rossa fosse talmente superiore alle concorrenti da tamponare il suo difetto peggiore, è evidente che in questa stagione le altre moto siano migliorate abbastanza da annullare il vantaggio e raggiungere la creatura dell’Ingegner Dall’Igna. Un rompicapo non da poco.
Ok, c'è bisogno di una pausa, soprattutto per moto e piloti italiani.Gli ultimi tre GP sono stati un'ecatombe di punti per i corridori tricolore della classe regina, ma certamente non possono essersi trasformati da cavalli di razza a brocchi nel giro di qualche mese. Che soluzioni per Rossi, Dovizioso e le Ducati?
Nel frattempo Rossi rema senza posa su una moto con la quale non c’è più l’amore di un tempo, e se fino a ieri era comunque il primo in classifica della sua marca, con le ultime due gare il compagno lo ha sopravanzato di una manciata di punti.
Come specifica lo stesso Valentino però, il problema non è tanto questo quanto le difficoltà di adattamento. Non cerca scuse il Dottore, ma allo stesso modo non riesce a trovare soluzioni.
“Non ho le idee completamente chiare su cosa non funzioni, non ne conosco la causa, ma la sensazione che ho in sella è precisa perché non riesco a uscire bene dalle curve. Sulla M1, quest’anno, bisogna usare un assetto diverso rispetto al 2018 e per me e Morbidelli è più difficile farlo, mentre Vinales e Quartararo si trovano meglio. Non riesco a guidare la Yamaha come facevo lo scorso anno”.
Anche qui un cubo di Rubik di difficile soluzione. Se le facce di Maverik e Fabio sembrano essere a posto, bisogna ora riuscire a far quadrare quelle dei due italiani senza modificare le prime.
Una pausa estiva quantomai necessaria a questo punto quindi, certo non sarà un periodo di riposo (soprattutto per gli ingegneri), ma sarà fondamentale per aggredire la seconda metà della stagione con un altro spirito.
#StayTuned #TheSpeedOfLight.
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